La stagione del Modena è segnata da una nuova rivoluzione tecnica, con la squadra che si trova al suo quarto allenatore in appena tre anni di Serie B. Questo continuo cambio in panchina riflette la difficoltà del club nel delineare e mantenere una chiara direzione tecnica. L’ultima esperienza con Pierpaolo Bisoli si è conclusa prematuramente, portando alla luce criticità nella gestione e nel progetto sportivo della società. Lo riporta il Resto del Carlino.
Una rosa non adatta al gioco di Bisoli
Bisoli, noto per il suo approccio intenso e fisico al calcio, si è trovato alla guida di una rosa costruita su caratteristiche tecniche diverse dalle sue abituali preferenze. L’assenza di un progetto chiaro e di una visione allineata tra dirigenza e allenatore ha evidenziato la distanza tra la filosofia di Bisoli e le reali potenzialità della squadra. L’infortunio di Pedro Mendes, su cui si puntava molto, ha ulteriormente aggravato la situazione, indebolendo una formazione già in difficoltà.
Decisioni tattiche e formazione incerta
Nel breve periodo in cui ha guidato il Modena, Bisoli ha fatto scelte di formazione e tattiche che non hanno convinto né i tifosi né gli addetti ai lavori. L’indecisione sui terzini e i continui cambi di modulo hanno accentuato la mancanza di fluidità nel gioco, rendendo evidente che l’allenatore non riusciva a trovare la giusta quadratura per una rosa costruita senza tenere in conto il suo stile di gioco.
Un club che fatica a mantenere le proprie scelte
Prima di Bisoli, né Tesser né Bianco hanno ottenuto il supporto necessario per sviluppare a pieno le loro idee. Questo susseguirsi di cambi al comando, oltre a destabilizzare il progetto sportivo, indebolisce la capacità del club di crescere nel lungo termine. Modena sembra avere difficoltà a sostenere le proprie scelte, una problematica che diventa evidente se si considera il cambio di quattro allenatori in soli tre anni di cadetteria.